Sarebbe un obiettivo ambizioso anche per un piccolo centro urbano, figuriamoci per una città di 208mila abitanti, cui si aggiungono 70mila universitari fuori sede. L’aspirazione, da un’idea dell’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno, è quella di rendere Padova la “città dei 15 minuti”.
La prima in Italia in cui i servizi pubblici siano distribuiti in tutti i quartieri e possano essere raggiunti in un quarto d’ora al massimo. A piedi o in bicicletta, naturalmente. Con enorme beneficio, oltre che per il pianeta, per residenti e visitatori, visto che il raggiungimento dello scopo comporterà una vera e propria rivoluzione che coinvolgerà trasporti, aree verdi, parchi, strade e grandi porzioni di tessuto urbano.
Mettiamoci al verde
Il primo step è l’aumento e la riqualificazione del verde pubblico il cui fiore all’occhiello è, da 500 anni, l’Orto Botanico dell’Università (ortobotanicopd.it), patrimonio Unesco e meta imprescindibile in ogni stagione. Ma in città esiste un vero e proprio circuito di giardini storici che comprende il Roseto di Santa Giustina, i giardini Alicorno e Appiani e gli scenografici Giardini della Rotonda (la ‘rotonda’ era il serbatoio dell’acquedotto), il cui restauro è stato appena completato. A cui si aggiunge lo storico Parco Treves de’ Bonfili, disegnato dall’architetto Giuseppe Jappelli, oggetto di un recentissimo intervento di riqualificazione che ha rimesso in luce la creatività della scuola italiana di architettura del paesaggio. In via di ultimazione anche il nuovo Parco Tito Livio, realizzato sull’area dell’ex stazione degli autobus. Un ponte pedonale lo collega già con i Giardini dell’Arena (e quindi con la Cappella degli Scrovegni), il cui ambito si allargherà ulteriormente a beneficio dei visitatori.
La città dipinta
Il ciclo pittorico di Giotto della trecentesca Cappella degli Scrovegni (www.cappelladegliscrovegni.it) ci rimanda direttamente a uno degli attributi più noti della Padova turistica, quella urbs picta (città dipinta) che la rendono una meta unica non solo per gli amanti dell’arte. Scrovegni, Battistero della Cattedrale, Palazzo della Ragione, Oratorio di san Giorgio sono altrettante tappe alla scoperta della città dipinta. Luoghi accomunati dall’inclusione nella lista Unesco e anche dalla possibilità di un unico biglietto con Urbs Picta Card. C’è poi un altro luogo in cui la pittura e le arti figurative, in questo caso del XX secolo, sono presenti con espressioni altissime: la sede storica dell’Università, Palazzo del Bo (www.unipd.it). De Pisis, Funi, Severini, Arturo Martini e Jannis Kunellis sono i nomi più noti su cui spicca un altro artista e designer del ‘900: Giò Ponti, autore negli anni ‘30 del restyling radicale del rettorato: dagli ambienti, agli affreschi ai mobili alle suppellettili. Un tour affascinante, quello dell’ateneo, senza dimenticare l’aula magna, la cattedra di Galileo e il più antico Teatro Anatomico del mondo, risalente al 1595.
Un recupero strategico
Ma la sfida delle sfide per la Padova che verrà si chiama Castello dei Carraresi.
Carcere fino agli anni ‘70 del secolo scorso, la dimora dei signori trecenteschi della città è ora in via di recupero. I cantieri attivi sono quattro e coprono l’80% della struttura. L’obiettivo è permettere a padovani e viaggiatori di fruire nuovi spazi dedicati all’arte, al design e alla gastronomia entro i prossimi due anni. L’ala sud, affacciata sul fiume Bacchiglione, è destinata a raccogliere opere di design contemporaneo. In particolare la collezione Bortolussi, una delle più rilevanti della scuola orafa padovana. L’ala ovest ospiterà invece il Museo del Trecento Carrarese e l’arte contemporanea. Qui, nella cella 77, sono stati ritrovati gli affreschi più significativi, ma tutte le porte delle vecchie celle si apriranno su un percorso narrativo che ricorderà le diverse funzioni che l’edificio ha svolto nei secoli. Anche i cicli pittorici a pianterreno dell’ala est saranno restaurati e messi a vista. Il quarto cantiere riguarda un edificio ottocentesco vicino all’ala sud che sarà adibito a bar e ristorante.
Per quanto riguarda i trasporti, in città si stanno ultimando due nuove linee tranviarie che si interconnettono in stazione con quelle esistenti andando così a completare un sistema di trasporto pubblico rapido ed efficiente che permetterà di raggiungere i luoghi più significativi in modo veloce ed ecologico.
Lucrezia raddoppia
L’Isola Memmia, al centro di Prato della Valle, è ‘coronata’ da 78 statue che ritraggono cittadini illustri. Tutti uomini. Qualche anno fa la proposta: dedicarne una a una donna e collocarla su uno dei basamenti vuoti. Ipotesi bocciata dalla Sovrintendenza: quei vuoti raccontano una storia. Lì c’erano le statue di dogi veneziani abbattute dalle truppe di Napoleone alla caduta della Serenissima. Da qui, allora, l’idea di un referendum, concluso il 10 novembre dello scorso anno, attraverso cui scegliere un personaggio femminile cui dedicare una statua da collocare nel Listòn, l’area pedonale tra Università e Municipio. Le ‘candidate’ erano sei, dal medioevo al ‘900. A prevalere nel gradimento popolare con oltre 14mila preferenze è stata Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684), ossia la prima donna laureata al mondo, il 25 giugno 1678. Lucrezia però una statua ce l’ha già. Scolpita nel ‘700, è all’interno di Palazzo del Bo, l’ateneo dove è stata proclamata dottore in filosofia. Ma se si tratta di emancipazione femminile, ben venga anche la seconda statua
Mangiare e dormire
• Osteria ai Scarponi www.aiscarponi.it
Il nome deriva dal fatto che in passato gli operai del quartiere venivano qui per ‘una gota de vin’ ancora con le scarpe da lavoro ai piedi. Oggi, oltre a uno dei santuari
della cucina padovana, è anche sede di eventi, mostre e incontri con artisti.
• Pasticceria Tadiotto al Duomo www.pasticceriatadiotto.it
Qui è d’obbligo assaggiare la famosa brioche a ferro di cavallo, ripiena di marmellata.
• Massimago Wine Tower https://winetower.massimago.com
B&B in un luogo suggestivo risalente al ‘500. Degustazioni e relax a due passi dal centro. E una leggenda nera, che in passato aveva dato all’edificio il poco lusinghiero nome di Torre del diavolo.
• Art Hotel Al Fagiano www.alfagiano.com
Piccolo albergo familiare con 40 stanze eccentriche fra arte e design. A due passi dalla basilica e da Prato della Valle.