SOTTO IL VULCANO

Per visitare Catania il momento migliore dell’anno sono i giorni della festa di sant’Agata, a febbraio, quando la città etnea mostra il suo volto più autentico
 

C’è un quando e un dove che rendono la visita di Catania un’esperienza davvero unica. Il quando sono i giorni dal 3 al 5 febbraio, durante i quali si celebra la festa di sant’Agata, patrona della città, e il dove sono i mercati all’aperto che si tengono ogni giorno in vari punti del centro storico. Tanto rinomati che gli chef stellati di Taormina e della Riviera dei Ciclopi vengono qui a rifornirsi di materie prime per i loro piatti gourmet. Sicuri di trovare risposta a ogni loro esigenza, anche la più particolare.

Mercati, mercatini e street food
E cominciamo proprio dal mercato che è la versione jonica della Vuccirìa palermitana: il mercato del pesce. Dalle semplici vongole ai pezzi più pregiati (tonno rosso, scampi, aragoste…) la meta è ‘a Piscarìa, nell’omonimo piazzale dietro la Fontana dell’Amenano, sotto piazza Duomo. E nelle strade vicine (via Pardo, piazza Santa Maria dell’Indirizzo…) ancora negozi, locali, bar e bancarelle nelle quali Catania mostra un’altra delle sue peculiarità: lo street food. Qualcosa di più di uno spuntino: anche i prodotti al cartoccio sono sempre freschissimi e di prima scelta. Se da qui ci si sposta verso Castello Ursino si arriva in via Dusmet, altro luogo magico della città etnea. Qui, sotto gli archi della Marina, la domenica si tiene un ricchissimo e affollatissimo mercato delle pulci. Ceramiche di Caltagirone, oggetti per la casa, arredo, vintage, collezioni, antiquariato, rarità e, ancora, street food. Fare acquisti, assaggiare polpi o ostriche preparati sul momento o anche solo curiosare può impegnare diverse ore, ma ne vale la pena.
 
Ogni giorno è sempre… fiera
Sempre partendo dalla bellissima piazza Duomo, con la Cattedrale, il municipio e la Fontana dell’elefante (o Liotru in dialetto), simbolo della città, ma spostandosi in direzione opposta rispetto alla pescheria, si arriva nel
San Berillo district. Vecchio quartiere a luci rosse, negli anni è stato riqualificato e adesso è uno dei luoghi centrali della movida catanese, pieno di locali per tutti i gusti (e tutte le tasche). Da qui si può quindi arrivare a piazza Carlo Alberto dove, davanti alla chiesa del Carmelo, ogni giorno (eccetto la domenica) si tiene a Fera ‘ô Luni (la fiera del lunedì) con banchi di gastronomia, food, abbigliamento, prodotti etnici e molto altro. Un’altra festa per il viaggiatore curioso in cerca della vera anima della città. Che si ritrova naturalmente anche nei tanti siti di interesse culturale, dalle rovine greco-romane ai palazzi e alle chiese barocche dalla caratteristica colorazione bianca e grigia, a seconda delle pietre laviche usate. Palazzo Biscari (www.palazzobiscari.it) è uno dei più belli di Catania, perfetta location anche cinematografica.
 
Spot e film

Ma, a proposito di film, il primato di luogo più cinematografico di Catania spetta alla scenografica via Crociferi, set di numerosissime pellicole dal dopoguerra a oggi.
Tra le quali il recentissimo La stranezza (2022) di Roberto Andò con Toni Servillo (che interpreta Pirandello) e i comici Ficarra e Picone. In questa via, se si visita la chiesa di san Giuliano e si sale in cima alla cupola (la seconda per altezza della città), si può godere di uno straordinario colpo d’occhio che si allarga su tutto il centro storico, il porto e, dalla parte opposta, sull’imponente mole dell’Etna. Per quanto riguarda invece lo struscio, imprescindibile la passeggiata in via Etnea, autentico palcoscenico della città, per lo shopping o soste stuzzicanti di sapori come al Prestipino Cafè o al Don Peppinu. Per concludere nel tempio della ghiottoneria catanese, la Pasticceria Savia con le sue specialità locali.


I piatti gourmet
In fatto di gastronomia, Catania (come tutta la Sicilia) non scherza. E proprio la festa di sant’Agata offre alcune specialità preparate per l’occasione. Come le minnuzze di sant’Agata, cassatine con una base di pan di spagna, ricotta di pecora e pasta reale con in cima una ciliegina candita. Così chiamate a memoria del martirio della santa: minna, infatti, significa seno. Sempre durante la festa, d’obbligo assaggiare le olivette di sant’Agata, dolcetti a forma di oliva fatti di pasta di mandorla colorata di verde e ricoperta di zucchero. Ma siccome Catania è anche la città di Vincenzo Bellini, ecco che la cucina locale propone la celeberrima pasta alla Norma. Ma si possono provare anche gli spaghetti alla carrettiera, con olio, aglio, peperoncino e pecorino, e l’arancino catanese, al ragù e dalla tipica forma conica.

 

• info&app

• turismo.comune.catania.it
• www.aroundcatania.it
• Sightseeing Catania App: utile per andare alla scoperta di Catania, con indicazioni e mappe.
• Etnatracking: l’app contiene tutte le info sul vulcano più alto d’Europa, con mappe, sentieri, distanze, rifugi e previsioni meteo, anche offline.

Ceri nella notte
I festeggiamenti per sant’Agata durano dal 3 al 5 febbraio con una serie di riti molto suggestivi (www.comune.catania.it/la-citta/santagata/). Alcuni dei quali (in neretto) irrinunciabili per ogni catanese.

3 febbraio: Sfilata delle carrozze del Senato cittadino e Fuochi della sera in piazza del Duomo.

4 febbraio: Messa dell’aurora, celebrata alle 4 del mattino, seguita dalla prima processione. A sera, la Salita dei cappuccini. È il punto più ripido (e suggestivo) dell’intera processione.

5 febbraio: Salita di san Giuliano e cantico delle clarisse in via Crociferi. È l’unica occasione in cui le suore di clausura escono dal convento per rendere in coro l’omaggio alla santa. In tutte le processioni i fedeli più devoti, in tunica bianca portano a spalla uno o più ceri, a volte di dimensioni notevoli, per ottenere una grazia o per ringraziamento.

Chicche da non perdere

Campione del mondo
Alto 8 metri e lungo 500, è il bassorilievo in ceramica più grande al mondo: La porta della bellezza (così si chiama l’opera) è stata voluta da Antonio Presti, visionario mecenate, nel quartiere periferico di Librino ed è già diventato polo d’attrazione turistica e artistica. Anche per gli interventi di riqualificazione urbana che ha generato nel resto dell’area.
Per la sua realizzazione hanno lavorato fianco a fianco artisti, insegnanti e oltre 2mila alunni delle scuole del quartiere. Dunque, un bell’esempio anche di condivisione e partecipazione (www.ioamolibrino.it/la-porta-della-bellezza/).

Tutti al mare
Un po’ defilati dagli itinerari turistici più classici, e quindi da scoprire, lungo la costa a nord del centro storico ci sono piccoli borghi marinari dal sapore antico. Come San Giovanni li Cuti, con il suo porticciolo di pescatori
e la spiaggia di sabbia nera, e Ognina, anch’esso vecchio quartiere di pescatori con il caratteristico porticciolo e vista sulle case di via Acque Casse, le ville a mare della vecchia borghesia catanese. Qui, anche in pieno inverno, c’è sempre qualche ardimentoso che si tuffa. Merito del microclima e della favorevolissima esposizione solare.

Sull’Etna tra la neve
Dal mare alla montagna: con i suoi oltre 3mila metri, l’Etna d’inverno è un luogo magico per gli appassionati della neve. Da godere percorrendo (in tutto o in parte) la Pista Altomontana, sentiero in quota che tocca vari rifugi e i principali punti di interesse come le grotte e le antiche colate laviche. Possibile anche effettuare l’Escursione dei crateri con le ciaspole. Sempre e solo al seguito di guide alpine specializzate (www.guidetnanord.com).