Un tempo, avere le chiavi della Valle d’Aosta significava avere le chiavi dell’Italia. Ed è per questo che la valle è disseminata di castelli, forti, fortezze e altre strutture militari: per controllare (o impedire) il transito di carovane ed eserciti e per riscuotere i pedaggi. Ma col passare dei secoli alcuni di questi edifici hanno cambiato scopo, si sono, per così dire, ingentiliti. Sono diventati dimore signorili, case di caccia o di soggiorno per nobili e sovrani.
Oppure, e siamo ai nostri giorni, centri culturali, musei, sede di mostre. Legati però sempre al territorio di una valle ricca di eccellenze gastronomiche: dalla fontina al genepy, dal lardo di Arnad ai funghi, ai prelibati frutti di bosco.
Visitiamo allora alcuni di questi castelli e i loro dintorni. Le sorprese non mancheranno.
BARD-Napoleone e Cavour
Porta d’ingresso della valle, Bard è un baluardo inespugnabile. Un incubo per tutti i generali al punto che perfino un certo Napoleone Bonaparte passa solo con l’inganno: di notte, sotto un temporale, coprendo di paglia il lastricato della strada per attutire il rumore delle ruote dei cannoni. E quando governa l’Europa, ne ordina la demolizione. Ma anche gli imperatori cadono e così, nel 1831, i Savoia lo fanno ricostruire e a sovrintendere i lavori mandano un altro personaggio destinato alla storia: Camillo Benso conte di Cavour.
Dopo un lungo declino, da alcuni anni il forte è stato interamente restaurato e recuperato. Oggi ospita mostre temporanee e il Museo delle Alpi, un percorso multimediale e interattivo per scoprire l’ambiente montano. In un’ala è stato ricavato un albergo, l’Hotel Cavour, ottimo punto di partenza per escursioni a piedi e in e.bike (www.fortedibard.it).
ISSOGNE/VERRÈS-Le botteghe rinascimentali
Due facce della stessa medaglia a pochissima distanza uno dall’altro. Issogne e Verrès sono antitetici da tutti i punti di vista: architettonico, strutturale, funzionale. Appollaiato su uno sperone, Verrès mostra l’aspetto guerriero e militare del Medioevo. In fondovalle, Issogne ci riporta invece alle raffinatezze del Rinascimento. Uno straordinario spaccato di vita quotidiana del ‘400, mostrato negli affreschi del portico con le botteghe straripanti di prodotti, grazie al buon governo dei feudatari. Il farmacista, il sarto, il macellaio, il fornaio esibiscono le loro merci tra cui spiccano le inconfondibili forme di fontina, il principe dei formaggi valdostani: eccellenza del territorio prodotta da secoli allo stesso modo. E nel centro del cortile la fontana del melograno simbolo a sua volta di prosperità.
A metà strada fra Bard e Issogne, in comune di Arnad (località Champagnolaz), sosta d’obbligo nel punto vendita della Maison Bertolin (www.bertolin.it), un concentrato di delizie gastronomiche: dal lardo di Arnad, naturalmente, agli insaccati, alla fromagerie. Non mancano specialità assolutamente uniche tra cui i ragù di camoscio e cervo, l’aceto di more o mirtilli e anche molti prodotti per il benessere. Prenotando è possibile anche visitare lo stabilimento di produzione.
FÉNIS-Le erbe della salute
È il più famoso, fotografato e visitato, perfetta location anche di film e fiction. Una vocazione scenografica che risale alla sua origine: a dispetto di mura, merli e torri, Fénis non è mai stata una fortezza, bensì la sede di rappresentanza degli Challant, feudatari del luogo. Il loro status symbol. Di rappresentanza anche gli affreschi del cortile dove, come in un’enciclopedia illustrata, si mischiano i saperi: Oriente e Occidente, cultura alta e sapienza rurale. Tanto che nel prato, ai piedi delle figure che rappresentano i sapienti (tra cui, forse, l’arabo Averroè), vengono dipinte minuziosamente centinaia di erbe ed essenze officinali che crescono nella valle.
Tra il 15 e il 19 maggio c’è l’occasione di sperimentare di persona l’uso di tali erbe nella gastronomia locale partecipando agli appuntamenti della Sagra della sarieula (tel. 3276869572) nella vicina località di Verrayes. La sarieula altro non è che il timo selvatico che qui cresce spontaneo in abbondanza dato il microclima favorevole. Per chi non potesse presenziare alla sagra, ma è interessato all’argomento, resta sempre la visita, in ogni periodo dell’anno, alla Maison des anciens remèdes di Jovençan (www.anciensremedesjovencan.it) con un orto etno-botanico unico nel suo genere.
SARRE-Il re cacciatore
Umberto I di Savoia ne aveva fatto il padiglione di caccia per le battute sul Gran Paradiso, all’epoca riserva venatoria regia e non ancora Parco Nazionale. E la caratteristica principale degli ambienti del castello di Sarre, soprattutto il corridoio e il grande salone dei trofei, al primo piano, è proprio questa: la decorazione realizzata con le corna degli stambecchi e dei camosci abbattuti. Un gusto che oggi appare un po’ macabro, ma che rispondeva alla (non certo acuta) “sensibilità ecologica” dell’epoca. Sarre conosce il suo apogeo con la moglie di Umberto II, Maria José, che ne fa la base per le sue imprese sportive. Ed ecco infatti, in una interessante galleria fotografica nei saloni del pianterreno, la principessa con gli sci, in tenuta da arrampicata, con i figli per la merenda sotto la pergola del giardino e così via. La dimensione domestica, quasi “borghese”, della vita privata di una casa regnante.
Il tour storico-gastronomico può a sua volta concludersi nella vicina Aymavilles con lo shopping all’Azienda Agricola Les Cretes (www.lescretes.it). Un viaggio sensoriale con degustazioni dei magnifici vini della valle. Per un brindisi alla salute… dell’Italia repubblicana.