Dal canile a casa

Adottare un cane abbandonato è una scelta importante che richiede consapevolezza, perché questi animali hanno più bisogno d’affetto e pazienza. Ma può nascere una relazione davvero unica

Per un cane, oltre al necessario per la sopravvivenza, sono indispensabili spazio, relazioni sociali e coerenza. Se adottiamo un esemplare adulto dal canile, teniamo conto che avrà già acquisito abitudini, magari molto diverse da quelle che intendiamo stabilire in casa nostra. Dunque, per prima cosa bisogna semplificare al massimo i messaggi e, da subito, stabilire i suoi spazi: quando e come gli daremo il cibo e come potrà interagire con noi. Se per esempio gli permettiamo di saltarci addosso per salutarci, non possiamo pretendere che non lo faccia con gli ospiti, e se accettiamo che salga sul divano, non potremo cacciarlo quando ne acquistiamo uno nuovo. Diamogli allora un suo spazio e decidiamo subito le zone tabù.
 

Cibo e riposo
È importante che l’animale abbia un luogo dove dormire e riposare sereno. Per quanto riguarda il cibo, scegliamo un posto (sempre lo stesso) e, dopo avere stabilito gli orari, chiamiamo il cane, appoggiamo la ciotola a terra e allontaniamoci. Lasciamo tutto a sua disposizione per una ventina di minuti, poi togliamo la ciotola anche se non ha mangiato. Ovviamente la porteremo via quando il cane se ne disinteressa e, le prime volte, quando è lontano. L’acqua fresca, invece, deve restare sempre a disposizione.

Premi e richiami
Per i giretti, portiamolo fuori la mattina appena sveglio, nel primo pomeriggio e dopo cena. In ogni caso, a intervalli non superiori alle otto ore. Più le uscite sono frequenti, anche se brevi, meglio è. Quando possiamo, portiamolo al parco o in campagna per uscite più lunghe. Se dovesse capitare che vengano fatti i bisogni in casa, non puniamolo: è inutile e dannoso. Cerchiamo invece di capire i segnali che Fido manda quando ha bisogno di uscire. Puntiamo sempre sui premi più che sulle punizioni e incoraggiamolo (bastano anche un «bravo!», una carezza o un croccantino) quando fa le cose che riteniamo giuste. In generale, il cane tende ad adottare quei comportamenti che vede premiati e che danno soddisfazione al padrone. In qualche caso però si possono verificare problemi di comportamento. Vediamo i più comuni e come affrontarli.

SE SONO TIMIDI…
Rumori come aspirapolvere, tapparelle e traffico possono causare immobilità o aggressività. Come prima cosa, appuriamo già in canile se l’animale che stiamo per adottare manifesta tali atteggiamenti. Manteniamo un atteggiamento calmo, comportiamoci normalmente e mandiamogli messaggi chiari. Facciamogli capire che abbiamo intenzione di relazionarci con lui chiamandolo dolcemente, non avviciniamoci di sorpresa né diamogli pacche giocose. La routine in questi casi aiuta, dà sicurezza. Per abituarlo alle passeggiate, procuriamoci una pettorina morbida e utilizziamo guinzagli in nylon. Usciamo negli orari più tranquilli (mattina presto, ore di pranzo e sera
tardi) e portiamoci dietro un guinzaglio estensibile, da sostituire a quello corto appena lo vedremo rilassato e pronto a esplorare.

SE TEMONO DI STARE SOLI…
Abituato in canile alla presenza dei suoi simili e degli umani, dovendo restare solo qualche ora potrebbe manifestare disagio, per esempio con abbai continui, danni alle cose e anche facendo i suoi bisogni. Per abituarlo a stare solo, cominciamo a non permettergli di seguirci dovunque e qualche volta ignoriamolo. Prima di uscire e al rientro, evitiamo saluti troppo affettuosi: facciamo finta di nulla, sottolineando così la normalità della cosa. Eventualmente, aumentiamo l’esercizio fisico e i giochi, prendendo sempre noi l’iniziativa: ciò ridurrà lo stress e lo aiuterà a capire che, anche se deve aspettare, riceverà comunque la nostra attenzione.

SE MOSTRANO AGGRESSIVITà…
Nei primissimi giorni dopo l’adozione, il cane è solitamente impaurito e disorientato ed è difficile che manifesti aggressività. Per questo è importante dare subito indicazioni corrette e coerenti. In seguito, può diventare aggressivo per difendere la cuccia o il cibo, quando viene accarezzato, con altri cani o persone. In questi casi non disturbiamolo mentre riposa e abituiamoci a chiamarlo per nome, prima di avvicinarci. Nel caso del cibo, mettiamo la ciotola a terra prima di chiamarlo e lasciamolo solo (chiudendo la porta). Se ringhia quando viene accarezzato, lasciamo che prima si abitui alla nostra presenza, alla voce, ai movimenti e agli odori nuovi. Gradualmente proveremo ad avvicinarci e, se non manifesterà reazioni aggressive, lo accarezzeremo in zone per lui non minacciose (es. torace), premiandolo con un bocconcino prelibato.

I criteri della scelta

Per una scelta corretta, vanno presi in considerazione almeno tre fattori: la taglia, la razza, l’età


• TAGLIA Un cane di taglia grande ha costi più elevati, necessita di più uscite e più lunghe. Se si mette a tirare durante la passeggiata, richiede una discreta forza fisica, quindi non va bene per bambini o anziani.
• RAZZA In un canile è difficile trovare un cane di razza. Possiamo però identificarne dei tipi: lupoide, terrier, labrador, pit bull, volpino... Siccome la personalità dipende anche dai geni, consideriamo il tipo di razza. Ad esempio, i cani da difesa tendono a reagire alle minacce e abbaiano di più.
• ETÀ Non ha grande importanza per l’attaccamento verso l’uomo, ne ha invece per l’educazione. Un cucciolo richiede particolare impegno e non può essere lasciato troppo a lungo da solo. Un cane adulto può essere meno impegnativo ed essere inserito più facilmente nella nostra quotidianità ma, al tempo stesso, ha un passato alle spalle e spesso fa più fatica ad abituarsi alla nuova vita.