È piccola, ma c’è da perdersi nella quantità di capolavori da ammirare e nella magia che emana.
“Per capire Urbino non basta una vita”, diceva Carlo Bo, rettore della sua prestigiosa Università (nata nel 1506). Il consiglio è di girarla seguendo le orme di chi l’ha plasmata: il duca Federico da Montefeltro.
Federico e Piero
Urbino (provincia di Pesaro e Urbino) è indissolubilmente legata alla figura e al nome di Federico di Montefeltro che nel ‘400 ne fece la capitale del suo stato riorganizzandone l’assetto urbano di origine romana attorno al nuovo centro del potere, quel Palazzo Ducale che era nello stesso tempo residenza del signore e laboratorio culturale, corte raffinata e polo d’attrazione artistica. Il risultato è ciò che si ammira ancora oggi nelle pietre e nei mattoni della città, nelle sue vie, nei suoi palazzi, ma anche nel paesaggio che la circonda. In quelle fertili colline del Montefeltro i cui orizzonti sono stati spesso fissati nelle opere di uno dei più grandi pittori del Rinascimento: Piero della Francesca, artista favorito del duca.
Il palazzo ducale
La visita della città deve iniziare dalla “casa” di Federico e dalla Galleria Nazionale delle Marche ospitata nelle sue stanze. Basta ammirare i capolavori di Piero della Francesca, ma anche l’anonima tavola con la Città ideale e poi affacciarsi a una qualsiasi delle finestre del palazzo, verso la città o la campagna, per trovare quella coincidenza tra la realtà e la sua rappresentazione artistica che fa di questo territorio un contesto unico al mondo. Non a caso inserito dall’Unesco nei Patrimoni dell’Umanità.
La visita continua con lo scrigno più segreto del palazzo, lo Studiolo di Federico, per poi affacciarsi alle loggette che, con i torricini, caratterizzano la facciata ovest. Da non perdere anche, nei sotterranei, il “motore” della dimora, ossia quei locali di servizio (cucine, scuderie, depositi…) necessari al buon funzionamento della corte.
Ora et labora
Sono a pochi passi uno dall’altro e, anche se “distano” più di un secolo tra loro, rappresentano un insieme unico di straordinaria bellezza.
Sono gli Oratori di San Giuseppe e San Giovanni Battista. Il primo con il Presepio a grandezza naturale che lo scultore Federico Brandani eseguì nel 1550, il secondo con gli affreschi di inizio ‘400 dei fratelli Salimbene raffiguranti la Crocifissione e la vita del Battista.
Da non perdere poi la Casa natale di Raffaello (www.casaraffaello.com): qui ha mosso i primi passi, nella bottega del padre Giovanni, a sua volta eccellente artista. Al primo piano c’è il piccolo cortile con il pozzo
e il lavabo dove si macinavano i colori usati per le opere.
Il tour può poi concludersi sugli spalti della Fortezza Albornoz (XIV sec.): il tramonto accende i gialli mattoni e i candidi marmi di Palazzo Ducale e di tutto il centro storico.
L'anno di Raffaello
Roma, Milano e, naturalmente, Urbino, la città dove è nato nel 1483: il 2020 segna i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, genio della pittura e artefice del Rinascimento italiano, cui le principali città del Paese dedicheranno mostre e convegni. A Urbino la mostra Raphael Ware-I colori del Rinascimento (fino al 13 aprile, Palazzo Ducale-Galleria Nazionale delle Marche, tel. 07222760, www.gallerianazionalemarche.it) propone oltre 150 esemplari di maiolica italiana rinascimentale. A dimostrazione che anche le arti cosiddette minori vennero influenzate dalla “maniera” raffaellesca. Altre iniziative sono in cantiere dal 5 aprile, tra cui una mostra nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale su Raffaello e Baldassarre Castiglione, l’autore del Cortegiano, ambientato proprio nella corte urbinate. Sempre dal 5 aprile parte il circuito di visita. Raffaello bambino, dedicato ai più piccoli e alle famiglie. Nel corso dell’anno è prevista anche la mostra Sul filo di Raffaello, legata alla realizzazione dei cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina.